Secondo appuntamento in via Cesare da Sesto a Milano, per conoscere qualcosa in più riguardo i protagonisti di Colè Gallery.
Per riprendere le fila del discorso mi appoggio alle parole di Francesca De Ponti che con Matteo De Ponti e Laura Macagno ha curato il progetto Colè Gallery:
“Lo spirito con cui è stata istituita Colè Gallery è quello di mettere in rete e quindi in comunicazione, nuove realtà che muovono da un’autentica passione per tutto ciò che è fatto ad arte. E che, a dispetto della crisi, tornano ad investire sulla qualità delle idee, sulla scelta delle materie prime, sui processi di lavorazione che ci hanno resi famosi nel mondo”.
Quello che mi ha colpita sono le persone che animano queste realtà, ognuna con la sua peculiarità.
Parto da Filippo Cristina, fondatore di Tato, azienda che propone lampade “iconiche e senza tempo”.
Ho la fortuna di scambiare con lui alcune impressioni e andare più a fondo nella sua idea di progetto. Lo spunto per questa chiaccherata nasce da qualcosa che abbiamo in comune… per lui è il cognome mentre per me è il nome. In poco tempo infatti lo ricollego all’affermata azienda di rubinetteria (di cui per anni sono stata sommersa dai post-it personalizzati “CRISTINA”, mi venivano regalati copiosamente grazie all’omonimia!). Tornando a noi, in effetti l’azienda appartenena alla sua famiglia, è stata da poco venduta. Come mai quindi, la decisione di orientarsi verso un campo come quello dell’illuminazione? Il punto di partenza, come già accaduto ad altri imprenditori o designer, è stata la ricerca di una lampada per la propria casa, nello specifico per il bagno, che Filippo non riusciva a trovare tra quelle già in produzione.
Da qui lo slancio verso i mercati di Modernariato dove trova diversi modelli, lo spirito è quello giusto, ma per le svariate ragioni, come ad esempio la resistenza all’umidità, non erano adatti all’uso in un bagno. Da lì alla costituzione di Tato il passo è stato “breve”. L’imput erano le forme senza tempo, l’artigianalità e la cura dei materiali, ma a tutto ciò doveva rigorosamente abbinarsi la praticità. Nasce quindi questa collezione, che ha subito attirato la mia attenzione per naturalezza e modernità. Ora ho un bambino piccolo, ma come ho detto a Filippo conto di, una volta passato il momento del “Oh no mamma ‘otto!” (leggi “Oh no mamma l’ho rotto!”) , comprare una lampada da tavolo (come ad esempio Beghina) o da parete!
Ho poi incontrato Daniela Vismara, i suoi monili erano una presenza discreta, come potete immaginare, all’interno di uno showroom in cui erano presenti come altrettanti protagonisti complementi almeno 100 volte più grandi!
Ciò nonostante essi potevano contare sulla presenza di Daniela e sulla sua forza comunicativa, una persona ormai abituata a narrare con naturalezza una vita di cambiamenti, non solo di orizzonti di vita, ma anche di luoghi con le connesse influenze. Daniela ha infatti vissuto per molti anni ad Atene dove si è lasciata conquistare dal sapore contemporaneo che alcuni monili antichi portavano con sé, forti di una manualità che dava loro continua linfa di vita.
Affascinata da queste potenzialità Daniela inizia a creare lei stessa monili e pezzi unici che ora arricchiscono la proposta di Colè Gallery con un tocco fashion che va oltre l’arredo.
At last, but not least: Roberta Licini. credo che se i suoi tessuti avessero potuto parlare al suo posto lei avrebbe volentieri ceduto loro la parola.
Una persona attenta e riservata, così definirei Roberta, che esprime tutta se stessa e tutto il suo sapere in questa mini collezione dedicata alla casa. I colori usati e il cv di Roberta potrebbero intrattenere i visitatori per ore, me compresa, ma non riesco ad accontentarmi e le chiedo di raccontarmi i vari processi di lavorazione che rendono la sua collezione unica. Il “disegno jacquard tubico double face effetto positivo/negativo” ad esempio, dove la tridimensionalità, complici i colori accesi o un materico tono su tono, da vita a questi complementi dove nulla è lasciato al caso.
Guest star: Gaia Lucrezia Zaffarano
Lucrezia è una giovane artista. Con sorriso gioioso e gli occhi profondi di chi ha molto da comunicare mi accompagna nella visita di alcuni suoi lavori esposti. Quello che più mi colpisce è sicuramente Tracce di casa. Progetto scelto da Andrea B. Del Guercio Direttore Artistico della Galleria Offbrera a cui Colè è legata per essere esposto in concomitanza con il Salone del Mobile.
La storia è quella di una casa abbandonata, realmente visitata da Lucrezia con un’amica vicino a Grosseto. Qui trova oggetti di cui si impossessa. Presto inizia ad immaginare che quella casa fosse abitata da una bambina e decide di ritrarne i ricordi utilizzando anche gli oggetti trovati, questi diventano così composizioni, con giochi, planimetrie e foto.
Questo lavoro fa da sfondo alle collezioni di Colè Italian Design Label e a Colè Gallery donando all’ambiente un calore che va molto oltre il semplice ornamento.
Ho cercato di essere il più sintetica possibile, molte erano le cose da dire, molte le ho dovute omettere. Spero comunque che abbiate colto appieno il senso di questa Galleria di cui sicuramente torneremo a parlare, ci sono nuovi progetti, tutto è in evoluzione.
Colè Gallery
Via Cesare da Sesto 11 (angolo Via San Calocero) – 20123 Milano
Alla prossima