Salta al contenuto

Fujifilm “WEPRINT!”

Quando le aspettative sono alte e non vengono disattese, anzi sublimate, l’immaginazione, per lo meno la mia, ne trae una grande ispirazione. Dove è successo? All’evento Fujifilm “WEPRINT!”.

Ricevo un invito da Cristina Celestino per mercoledì 6 maggio alla Fondazione Catella. Come al solito la troppa fretta mi fa dimenticare tutto ciò che Cristina mi aveva spiegato riguardo l’evento. Per fortuna, appena arrivata, riesco a tirare le fila di tutto prima che l’evento cominci.

Fujifilm“WEPRINT!” uno slogan che afferma il ruolo fondamentale e in continua evoluzione della stampa intesa come veicolo portatore ed erogatore di contenuti. L’evento mirava a sottolineare come le tecnologie d’eccellenza Fujifilm siano in grado di realizzare sorprendenti esempi di innovazione, ma voleva anche essere una dichiarazione sul ruolo strategico che la stampa ricopre nell’universo del business della multinazionale giapponese, tra i leader nell’imaging. Per dare vita ad esperienze di stampa concrete, insieme agli esperti di strategia e prodotto Fujifilm Graphic Arts Europe e Italia, sono stati chiamati ad animare i contenuti contributors d’eccezione, tra questi Cristina Celestino – Architetto e Designer e Marco Goran Romano – Grafico e Artista, ma non solo, anche PHILIPPE DAVERIO – Critico d’arte, FAUSTO COLOMBO – Ordinario di Teoria dei Media e CHIARA COLOMBO – Digital Experience Creative Director si sono alternati sul palco dove è avvenuto il dibattito.

Tornando all’heading del mio post, dove ho parlato di attese sublimate, questo evento con le tecnologie messe in atto in materia di digital printing, sono state una fonte di ispirazione inaspettata. Sapevo che il progetto di Cristina Celestino riguardava nuove frontiere della stampa digitale e per una come me che ama stampare su vetro e tessuto alla ricerca di dialoghi tra immagine e materia, questo era un appuntamento da non perdere. Infatti scoprire che ora l’ardesia, come altri materiali inediti, si possono “tatuare” ha dato uno slancio incredibile alla mia creatività.

Sto pensando, elaborando e organizzando tutto il turbine di idee che si avvicendano nella mia mente. Appena avrò fatto il mio solito ordine razionale, al netto di emozioni e fattibilità nascerà un progetto.

Ne sono sicura.

Fujifilm "WEPRINT!" sala-demo allestita al piano terra @ Cristina Galliena Bohman
Fujifilm “WEPRINT!” sala-demo allestita al piano terra
Fujifilm "WEPRINT!" @ Cristina Galliena Bohman
Fujifilm “WEPRINT!”
Cristina Celestino con Laura Agnoletto @ Cristina Galliena Bohman
Cristina Celestino con Laura Agnoletto
Fujifilm "WEPRINT!" sala-demo allestita al piano terra @ Cristina Galliena Bohman
Fujifilm “WEPRINT!” sala-demo allestita al piano terra
The Fujifilm Saga Marco Goran Romano @ Cristina Galliena Bohman
The Fujifilm Saga di Marco Goran Romano
Marco Goran Romano  con Philippe Daverio @ Cristina Galliena Bohman
Marco Goran Romano con Philippe Daverio
Cristina Celestino Marco Goran Romano e Philippe @ Cristina Galliena Bohman
Cristina Celestino Marco Goran Romano e Philippe
Cristina Celestino con Marco Goran Romano @ Cristina Galliena Bohman
Cristina Celestino con Marco Goran Romano
Cristina Celestino con Philippe Daverio@ Cristina Galliena Bohman
Cristina Celestino con Philippe Daverio ed i Progetto Secessione
Secessione Design Attico @ Cristina Galliena Bohman
Secessione Design Attico. Le lastre di ardesia stampata.
Fondazione Catella @ Cristina Galliena Bohman
Fondazione Riccardo Catella

SECESSIONE
design Cristina Celestino

materiale: lastre di ardesia levigate

Secessione rappresenta una dettagliata indagine di natura estetica basata sul confronto culturale attivo nella Vienna modernista di inizio secolo. Nello specifico affronta il dibattito, ancora attuale, sul valore dell’ornamento contrapposto alla funzionalità razionale, lontana da ogni desiderio decorativo. Una figura chiave di questo progetto è rappresentata da Adolf Loos, intransigente esteta di un razionalismo agli albori che tuttavia non mancava di progettare interni inaspettatamente ricchi e materici attraverso l’uso di materiali feticcio come il marmo cipollino e tappeti in pelliccia. Per portare in scena queste tematiche è stato scelto un supporto tradizionale, fortemente evocativo: l’ardesia, pietra lavorata ancora oggi a Lavagna in Liguria secondo uno specifico procedimento esclusivo. La Lavagna, pietra cruda e razionalista, sobria, oggetto funzionale in primo luogo per definizione, diventa supporto per un progetto decorativo squisitamente estetico. Attraverso la stampa digitale ad altissima definizione, i materiali “icona” di Loos sono stati tatuati in via permanente sulle tavole di ardesia. Nasce un dialogo sensibile e attuale tra le aree raggiunte dalla stampa e quelle lasciate intonse, dove a scrivere sarà un modesto gessetto. Lavagne digitali che rappresentano la secessione contemporanea tra nativi analogici e nativi digitali.